Museo Atelier Giuditta Brozzetti

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  La visita al  Museo Atelier Giuditta Brozzetti, che  vi  consiglio,  è  un esperienza  unica,  che vi porterà indietro di un secolo.

Il Museo Atelier Giuditta Brozzetti è un luogo magico,  in cui amore e passione si uniscono all’arte della tessitura, creando dei veri capolavori.

L’atmosfera e l’accoglienza vi farà sentire a casa. Proprio come se andaste a far visita ad  una nonna,  che con passione e attenzione, vi svela i misteri che la tengono ancora attaccata al suo telaio.

La voglia di tramandare alle nuove generazioni la sua antica arte che prima ancora fu della sua mamma e della sua nonna.

E’ questo un posto in cui gli antichi gesti sono  ancora ripetuti con amore e dedizione.

Sembra di essere  sospesi  nel tempo, accerchiati da telai del 700 e 800  che non sembrano essere assolutamente così fuori tempo. Ma che anzi  vengono fatti funzionare con estrema abilità e fluidità.  Qui il tempo a una dimensione differente, la produzione non ha fretta. Ci vuole quello che ci vuole per realizzare un tessuto. Esattamente  come per realizzare un opera d’arte si impiega un tempo illimitato così è per questi capolavori in tessuto.

Museo Atelier Giuditta Brozzetti: una storia di donne

Questo racconta la Signora Marta, ultima erede diretta  della Signora Giuditta:

“La fondatrice Giuditta Brozzetti rappresenta una figura di spicco dell’imprenditoria femminile nella Perugia di inizio Novecento. Prendendo spunto dalla consuetudine femminile di produrre in casa i tessuti necessari alla vita domestica, recuperò motivi e disegni tradizionali del territorio umbro e fondò nel 1921 il laboratorio-scuola artigianale per la produzione di tessuti artistici di alta qualità per l’arredo della casa.

Il laboratorio si è distinto negli anni per l’accurata e fedele riproduzione degli antichi motivi decorativi che caratterizzarono la produzione tessile medievale e rinascimentale umbra.

Fin dal 1200 infatti, la città di Perugia era famosa per i suoi “pannili alla peroscina”.

Stoffe nate come arredo sacro molto apprezzate in tutta Europa.

Testimonianza della loro diffusione sono le opere pittoriche dei più grandi artisti dell’epoca, dove le troviamo raffigurate con incredibile frequenza.

Museo Atelier Giuditta Brozzetti: Le evoluzioni della produione

La passione per l’arte della tessitura a mano si è tramandata da allora di madre in figlia e ogni generazione ha caratterizzato la produzione secondo le proprie vocazioni e i propri studi.
Negli anni ’50 Eleonora, figlia di Giuditta, rilevò il Laboratorio.

Ampliò l’attività creando anche stoffe per l’abbigliamento e una linea di modelli propri premiata alle sfilate di Milano.

Per anni Eleonora  affiancata dalla figlia Clara, appassionata di storia e iconografia, che si dedicò allo studio e alla riproduzione delle “Tovaglie Perugine”.

Museo Atelier Giuditta Brozzetti: l’ultima generazione

Nel 1995 la quarta generazione entra di fatto nella gestione del Laboratorio di tessitura manuale “Giuditta Brozzetti” con me, Marta.

Io sono figlia di Clara.

Metti in atto   il progetto della mamma trasferendo il Laboratorio nella Chiesa di San Francesco delle Donne.

Da, interior designer,  quale sono, esprimo la mia creatività attraverso la realizzazione di tessuti per l’arredamento, progettando nuove soluzioni interpretando in chiave moderna l’antica tradizione tessile umbra.

Oggi dopo quattro generazioni, il laboratorio “Giuditta Brozzetti” è uno degli ultimi atelier di tessitura a mano su telai a jacquard d’Italia; per le sue caratteristiche storiche e culturali ha ottenuto nel 2004 l’ingresso nel Sistema Museale dell’Umbria.

Museo Atelier Giuditta Brozzetti: la storia della sede

La dimora attuale  del Museo Atelier Giuditta Brozzetti, è come detto la Chiesa di San Francesco  delle Donne. Dimora questa non casuale. La sua storia infatti ci narra che nella piccola e silenziosa vallata della Conca, San Francesco, durante le sue predicazioni a Perugia, eresse questo  piccolo romitorio dove dimorarono sia lui, sia i suoi discepoli.

Risale al 1212 ed  è la chiesa francescana più antica di Perugia.  Uno dei primi insediamenti francescani in Italia. La denominazione San Francesco delle Donne deriva dal fatto che nel 1252 il Convento fu ceduto dai Francescani alle Monache Benedettine.

Il Monastero San Francesco delle Donne,  venne  più volte abbandonato nei secoli.

Questo a causa della sua posizione a ridosso delle mura; e  in occasione e per timore di guerre.

Anche per questo motivo, nel 1810 il convento venne come altri, soppresso e trasformato fino al 1821 in un Istituto di educazione per ragazze povere.

Da luogo di culto a luogo profano:

Fra gli usi profani cui fu adibito in seguito, citiamo l’ottocentesca filanda del Conte Zeffirino Faina – dove trovarono occupazione fino a 300 “popolane” perugine. In  tale filanda si produceva dell’ottima seta grezza, più volte premiata, in esposizioni nazionali ed internazionali.

Nel 1925, il vecchio convento ospitò  la fabbrica di ceramiche “La Salamandra”, che si distinse per le sue “avanguardie”, e ristrutturò portandolo alla copertura originale il campanile della chiesa. In cui ad oggi è ancora tangibile la presenza di questa produzione.

E’ evidente, quindi la grande importanza,  che l’elemento femminile ha avuto nella tormentata storia del convento,  e come il nome San Francesco delle Donne non sia casuale.

Il Laboratorio Giuditta Brozzetti dal 1996,  prosegue questa tradizione femminile, continuando in un certo qual modo  il cammino iniziato secoli fa,  dalle monache benedettine.

Museo Atelier Giuditta Brozzetti: tecniche e telai

Nel museo-laboratorio si utilizzano esclusivamente tecniche manuali ed antiche, con i telai a pedali si producono i tipici tessuti della tradizione contadina umbra e con i telai a Jacquard (brevetto Vincenzi 1836) vengono riprodotti i damaschi del passato.
La ricerca e la conservazione delle antiche tecniche, insieme alla grande esperienza acquisita nella lavorazione tessile ha portato al restauro di un telaio originale del XVII secolo, grazie al quale è stato possibile recuperare un’arte di cui si era persa memoria: la tessitura detta “Fiamma di Perugia“.

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Le nostre conclusioni:

Come sempre vi invitiamo a scriverci le vostre sensazioni e impressioni dopo la visita di questa Antica Arte Femminile. Potrete contattarci sulle nostre pagine social  Facebook, Instagram e Twitter o sul nostro sito, in cui alla voce contatti troverete diverse possibilità.

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